Non è proprio un reddito di cittadinanza, semmai volta a ricucire lo strappo generazionale tra i millennial e i baby boomer, tra padri e figli: 10mila sterlina a testa, poco più di 11mila euro, che lo Stato versa a ogni cittadino una volta compiuti i 25 anni per aiutarlo a trovare casa, formarsi o aprire una impresa. E' quello che più colpisce è che la proposta arriva da una fondazione che unisce i massimi esponenti di sindacati e imprese, destra e sinistra. Tanto che nel Regno Unito il dibattito è aperto e il governo sta valutando l'idea.
La proposta è della Resolution foundation, autorevole think tank che per due anni ha studiato la problematica situazione generazionale dei millennials, i giovani nati tra i primi anni '80 dello scorso secolo e il 2000. Quelli che più di tutti hanno patito le crisi economiche degli ultimi decenni, la generazione delle “aspettative decrescenti”, i figli che staranno peggio dei loro genitori in quanto a redditi, case, pensioni.
Le aspettative decrescenti
Dopo due anni di studi, il gruppo di lavoro presieduto dall'ex ministro conservatore David Willetts e composto da Frances O'Grady, segretario generale della Tuc, la confederazione dei sindacati, e da Carolyn Fairbairn, direttrice della Confindustria britannica, ha stilato un rapporto che contiene una serie di dati allarmanti: nel Regno Unito, il 50% dei millennial avrà una vita peggiore rispetto a quella dei propri genitori. In Italia la quota è del 48%, in Francia addirittura del 71%.
L'eredità di cittadinanza e come verrà finanziata
“Le generazioni più giovani stanno sopportando più rischi e detengono meno risorse rispetto ai loro predecessori”, si legge nel rapporto: “Abbiamo bisogno di correggere questo squilibrio se vogliamo mantenere la promessa di una democrazia basata sulla proprietà dei beni”. Secondo gli studiosi, si è rotto un patto generazionale e va ricucito. Come? Dando a ogni persona che ha compiuto 25 anni 10mila sterline.
La somma forfettaria, secondo la proposta, sarebbe finanziata attraverso una modifica della tassa di successione, che comporterebbe una imposizione generale su doni ed eredità ricevute del 30% (attualmente nel Regno Unito è del 40%, ma solo sopra una soglia di 1 milione di sterline). Anche per questo, la proposta è stata ribattezzata “eredità di cittadinanza”.
Le spese consentite con l'assegno dello Stato
Ma come verrebbero utilizzati questi soldi? Non c'è il rischio che vengano sperperati? Prima di rispondere a queste domande, il rapporto sfata un falso mito: quello per cui i millennial sarebbero dei bambinoni viziati e spendaccioni. La ricerca, infatti, ha rilevato che nel 2001 le persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni spendevano in media lo stesso ammontare dei boomer tra i 55 e i 64 anni. E oggi consumano persino il 15% in meno.
A ogni modo, l'assegno non sarebbe utilizzabile per ogni tipologia di spesa ma solo per l'alloggio, l'istruzione, l'avvio di un'impresa o per aprire un fondo pensione. L'idea è sostenuta da un'analisi che mostra come la ricchezza ereditata avrà un effetto sempre maggiore sugli standard di vita: chi non avrà una eredità adeguata, rischia più di altri di ritrovarsi a vivere in povertà.
I rischi per la tenuta sociale
Secondo il rapporto, le conseguenze potrebbero essere pericolose per la tenuta sociale: “C'è il rischio che la crescente importanza delle eredità significhi lacune intergenerazionali combinate con disuguaglianze intragenerazionali che bloccano la mobilità sociale”. In altre parole, c'è il rischio di un aumento delle diseguaglianze e che queste si trasmettano anche alle generazioni successive.
Contratti di affitto a tempo indeterminato
Per contrastare questi pericoli, la proposta della Resolution Foundation non si ferma alla sola “eredità di cittadinanza”: tra le misure consigliate ci sono anche quelle di introdurre contratti di affitto a a tempo indeterminato e di limitare gli aumenti delle rendite.
Inoltre, il rapporto si rivolge anche ai più anziani, proponendo 2,3 miliardi di aumenti di spesa pubblica nel settore sanitario statale per l'assistenza a 1,2 milioni di persone di età superiore ai 65 anni. “Il patto generazionale è al cuore della società - dice Willetts – Molte persone non credono più che il Regno Unito stia rispettando i propri obblighi nei confronti di giovani e anziani”. E non solo il Regno Unito.
Dario Prestigiacomo
Articolo realizzato nell'ambito del progetto Europa.Today e con il finanziamento del Parlamento Ue