Sono bastate poche ore dall’apertura di un’inchiesta della procura di Innsbruck sul caso di Ischgl, la famosa località sciistica dove, tra fine febbraio e gli inizi di marzo, la vita ha continuato ad andare avanti come sempre nonostante le segnalazioni e le dichiarazioni di focolaio fatte da altri stati europei, a che si aggiungesse un’altra denuncia ancora più pesante.
A muoverla l’associazione dei consumatori austriaca che accusa le autorità tirolesi di ritardo nella chiusura degli impianti e degli hotel del Paznauntal. Tra gli imputati anche lo stesso governatore del Land Guenter Platter che si pensa fosse a conoscenza della situazione.
Alla Procura, in pratica, si domanda di verificare la tempistica delle autorità sanitarie e politiche e possibili ingerenze della potente lobby degli impianti di risalita nelle scelte prese. Nella denuncia si ipotizza oltre che il dolo anche il reato di epidemia colposa e di abuso di ufficio.
Una inchiesta che rischia di mettere in crisi il sistema Tirolo nei prossimi mesi, anche se le responsabilità politiche restano difficili da provare. I partiti che formano il governo della regione, i popolari e i Verdi, hanno annunciato l’istituzione di una commissione indipendente di esperti, che dovrà valutare l’accaduto, al fine di individuare i responsabili.
I socialdemocratici hanno sottolineato, però, la necessità che all’interno di questo gruppo di inchiesta ci siano anche membri provenienti da altri Land o addirittura dall’estero, al fine da garantire la sua credibilità ed evitare che diventi solo un altro modo per ribadire la tesi di Platter, che continua a ripetere che è stato fatto tutto il possibile.
Barbara Costamagna