Nonostante la metà dei laureati e dei dottorati in Europa sia donna, i dati resi noti dallo studio evidenziano la carenza di queste ultime in particolare nel settore della ricerca scientifica. Infatti, la situazione è ancora più diversa nelle facoltà scientifiche: se nel caso delle discipline umanistiche le donne occupano più del 30% delle posizioni più alte della carriera accademica, si scende al 22% per le scienze naturali, e al 19,9% per l'ingegneria e la tecnologia. In Italia soprattutto, le donne non toccano l'apice del successo, o carriera, nell'ambito della ricerca, collocandosi terzultime in Europa, raggiungendo solo il 17% come occupanti di ruoli più alti. Lo studio, firmato dalla professoressa Stefania Boccia, Ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica ha spiegato che le difficoltà incontrate dalle donne in questo campo "comporta una perdita di talenti nel mondo accademico, ma anche una perdita dal punto di vista femminile che potrebbe aggiungere idee, innovazione e creatività preziose nei team di ricerca". In linea con questa tematica, l'Unione europea ha stabilito un piano di gender equality, con l'obiettivo di creare un ambiente accademico equo e inclusivo, nel quale l'uguaglianza di genere "rappresenta un pilastro fondamentale nel mondo della ricerca".
B.Ž.