Qualcuno parla già del ritorno di SuperMario: l’ex presidente della BCE e premier italiano è tornato sul palco europeo, lanciando un nuovo monito all’Unione europea e richiamando tutti a ricordare quali siano i valori fondanti dell’UE.
L'Unione, ha detto Draghi presentando a Bruxelles il rapporto sul futuro della competitività in Europa, il documento a cui stava lavorando da mesi dopo l’incarico ricevuto dalla Commissione europea, ha dei “valori fondamentali”, “prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile, e l’Unione europea esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali”. “Se l'Europa non sarà più in grado di garantirli – ha detto - avrà perso la sua ragione d'essere: l'unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale".
L'unico modo per diventare più produttiva è che l'Europa cambi radicalmente".
La strada indicata è quella della crescita e dell’innovazione che, secondo SuperMario, vanno finanziate con strumenti di debito comune “che verrebbero utilizzati per finanziare progetti di investimento congiunti volti ad aumentare la competitività e la sicurezza" europea. “Un aumento del debito comune – ha aggiunto – deve essere però accompagnato da un percorso più sostenibile del debito nazionale".
"Il fabbisogno finanziario necessario all'Ue per raggiungere i suoi obiettivi – ha però ammonito Draghi - è enorme: sono necessari almeno 750-800 miliardi di euro d’investimenti aggiuntivi annui, pari al 4,4-4,7 per cento della ricchezza prodotta in Europa nel 2023", una sorta di Piano Marshall moltiplicato per tre.
Draghi ha poi usato l’arma del realismo per far prendere coscienza della situazione al continente: “Abbiamo detto molte volte che la crescita sta rallentando da molto tempo nell'Ue, ma lo abbiamo ignorato, ma ora non possiamo più ignorarlo: le condizioni sono cambiate" e servono, ha aggiunto, "urgenza e concretezza”
Il documento contiene circa "170 proposte" che puntano anche sull’innovazione, ma anche su un’impostazione diversa sugli aiuti di stato, che dovranno essere consentiti solo per progetti comuni, riservando più fondi alla ricerca e all’innovazione, costruendo una vera “politica economica estera” basata sulla sicurezza delle risorse critiche.
Non è mancato un cenno alle regole europee che, per garantire un futuro all’Unione andranno cambiate, a partire dal meccanismo del voto all'unanimità, che andrà limitato optando per quello a maggioranza qualificata".
Un intervento a largo respiro che non ha mancato di provocare reazioni: "Mario Draghi ha ritirato fuori il bazooka" hanno detto fonti del Ppe, mentre per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sarà necessario definire “priorità e progetti comuni”, per poi percorrere due strade possibili: “i finanziamenti nazionali o nuove risorse proprie. Sarà la volontà dei Paesi membri a decidere come si vuole agire".
Alessandro Martegani