Mentre l'attenzione di tutti era concentrata sulla ritirata da Kherson dell'esercito russo in Russia è "scoppiato" il caso del filosofo Alexander Dugin, che in un messaggio sul proprio canale Telegram ha accusato in modo non troppo velato Vladimir Putin, chiedendone la destituzione. Secondo Dugin, Putin è colpevole di non aver portato fino in fondo la missione. Il messaggio è stato poi cancellato, ma la staffilata rimane. Dugin è un filosofo e ideologo nazionalista, vicino alle posizioni dell'estrema destra, considerato vicino al Cremlino. Ad agosto Dugin è rimasto vittima di un attentato dinamitardo, nel quale è morta la figlia Dariya.
Intanto, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, si è detto pronto a valutare l'idea di incontrare l'omologo russo, Serghei Lavrov, in caso di una proposta in questo senso da parte di Mosca. Lavrov "non ha chiesto un incontro, come è consuetudine in diplomazia. Se lo fa, valuteremo attentamente la sua richiesta, tenendo conto di tutti gli aspetti e le realtà della situazione attuale", ha dichiarato Kuleba. Il viceministro degli Esteri di Mosca, Serghei Ryabkov, aveva affermato in precedenza che la Russia è aperta al dialogo sull'Ucraina senza precondizioni.
Nel frattempo, l'ex presidente russo Dmitri Medvedev, attuale Vicepresidente del Consiglio di sicurezza, ha lanciato l'ennesima provocazione - "Mosca continuerà a riprendersi i territori russi e per ovvie ragioni non ha ancora utilizzato tutto il suo arsenale di possibili armi di distruzione in Ucraina" - ha detto e alludendo al ritiro da Kherson, ha ribadito -"Ricordiamo che noi stiamo cercando di salvare il più possibile le vite dei nostri militari e civili mentre i nostri nemici no. E qui sta la nostra grande differenza morale con loro".
Corrado Cimador