Se l’Europa vuole recuperare il terreno perduto nei confronti di Stati Uniti e Cina deve accelerare nel rafforzamento del mercato unico, in particolare nei settori strategici dell’energia, delle telecomunicazioni e dei mercati finanziari.
Lo afferma Enrico Letta, ex premier italiano a cui il Consiglio europeo ha affidato il compito di preparare un rapporto sul futuro del mercato unico, presentato nella sessione in corso a Bruxelles, un documento destinato ad affiancarsi al rapporto sulla competitività, che Mario Draghi consegnerà però dopo il voto europeo.
Se L’Unione europea vuole colmare il gap con le potenze concorrenti, dice Letta, dovrà accelerare sull’unione del mercato dei capitali, realizzare un mercato finanziario integrato, senza barriere interne, con regole e vigilanza comuni, uno strumento ritenuto fondamentale per finanziare l’economia europea, lanciato nel 2015 ma che non è sostanzialmente progredito negli ultimi 10 anni.
Un mercato dei capitali senza barriere contribuirebbe a colmare il divario fra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, che hanno un finanziamento azionario doppio rispetto al vecchio continente: ogni anno 300 miliardi di euro lasciano l’Europa per essere investiti in imprese statunitensi, che poi spesso usano questi fondi per controllare imprese europee.
Sfide come la transizione green, la rivoluzione digitale, la difesa comune, e la nuova fase di allargamento dell’Unione europea, hanno bisogno di fondi che potranno arrivare solo con un adeguato ed efficiente mercato dei capitali.
Letta propone quindi di superare le divisioni e centralizzare entro il 2026 tutte le emissioni di obbligazioni europee per convogliare i risparmi dei cittadini europei nell’economia reale, integrando e modernizzando anche i mercati dell’energia e delle telecomunicazioni.
Parte della relazione, come ha spiegato lo stesso Letta, riguarda poi “la dimensione sociale del mercato unico: come aiutare i lavoratori, come aiutare i cittadini e come promuovere l'innovazione", e contiene anche una proposta sulla “quinta libertà”, accanto a quelle della circolazione delle merci, servizi, capitali e persone, che riguarderebbe innovazione, ricerca, conoscenza, competenze, dati e intelligenza artificiale.
“Ciò che presento qui è una cassetta degli attrezzi, - ha detto Letta - non la Bibbia: significa che qui avete un set di strumenti, molte possibilità di scelta e l'utilizzo di alcuni di questi strumenti può essere immediatamente fattibile, altri richiedono molto più tempo”.
"Le mie proposte – ha aggiunto - sono realistiche e pragmatiche. Non è un sogno. Non propongo alcuna modifica del trattato, perché so benissimo che proporre modifiche al trattato oggi significa non essere molto concreti o non poter avere risultati immediati".
Alessandro Martegani