La mossa, anticipata lunedì sera, è stata approvata da Roberta Metsola, durante una riunione con i leader dei gruppi politici. L'azione del Parlamento mira a chiarire se la decisione della Commissione di sbloccare i fondi congelati fosse legittima, nonostante le continue critiche sulle violazioni dello Stato di diritto in Ungheria. Pronta la risposta di quest'ultima che rigetta tutte le accuse sostenendo di aver agito nel pieno rispetto delle leggi UE e di essere pronta a difendersi nelle sedi opportune. Il portavoce Christian Wigand ha dichiarato: "L'Ungheria ha fornito tutte le prove richieste dall'organo in merito all'indipendenza della magistratura ungherese. La Commissione è stata quindi legalmente obbligata a prendere questa decisione". È stato aggiunto che lo sblocco della somma era totalmente giustificato dal fatto che Budapest, nel maggio dello scorso anno, aveva approvato una riforma per rafforzare l'indipendenza giudiziaria e mitigare l'interferenza politica nei tribunali, in linea con le quattro "super pietre miliari" imposte da Bruxelles. Critiche piovute anche per quando riguarda le tempistiche; I legislatori hanno infatti lamentato il fatto che il denaro è stato sbloccato un giorno prima di un cruciale vertice dei leader dell'Unione in cui il Primo Ministro Viktor Orbán aveva minacciato di porre il veto su accordi chiave sull'Ucraina. Un'azione legale che ora potrebbe portare a delle conseguenze difficili per Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione che ambisce ad un secondo mandato.
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