Tra i punti in discussione al Consiglio Atlantico di Bruxelles figura il fondo Nato da cento miliardi per l’Ucraina, il cosiddetto piano quinquennale “a prova di Trump”, con l’obiettivo di consolidare e rendere meno aleatorio il sostegno militare e finanziario a Kiev. “Crediamo fermamente che gli aiuti debbano dipendere meno da offerte volontarie a breve termine e più dagli impegni a lungo termine dell’Alleanza” ha dichiarato il Segretario generale della Nato Stoltenberg. “In questo modo daremo all’Ucraina ciò di cui ha bisogno, ovvero un sostegno solido e prevedibile” ha aggiunto, spiegando che “gli alleati della Nato forniscono il 99% di tutto il supporto militare a Kiev” per questo motivo “fare di più nell’ambito dell’Alleanza atlantica renderebbe gli sforzi più efficienti ed efficaci.” Riguardo il sostegno all’Ucraina, tra i ministri degli esteri presenti al vertice ha preso parola quello italiano, Antonio Tajani, affermando che sono tutti “favorevoli all’indipendenza del Paese e a difendere il diritto internazionale” ma ha voluto sottolineare che non invieranno un solo soldato a combattere perché non sono in guerra con la Russia. Oltre a discutere e prendere in considerazione le esigenze attuali e future di Kiev, i ministri hanno in programma un incontro con i partner dell’Indo-Pacifico e l’Unione europea. Il segretario generale a tal proposito ha sottolineato che la guerra in Ucraina fa capire che la sicurezza “non è regionale, è globale”. Nella cornice di una coesione legata all’emergenza bellica è stata messa sul tavolo anche la prospettiva di una possibile amministrazione Trump, in quanto quest’ultimo ha accennato alla probabilità di ritirare gli Stati Uniti, o di ridurre drasticamente il suo sostegno, nel caso dovesse vincere le elezioni a novembre.
B.Ž.