Come ha annunciato il Presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, è la prima volta che l'Ue potrebbe decidere di trattenere i fondi destinati all'Ungheria. Intervenuta in un discorso al Parlamento Europeo la Von der Lyen aveva spiegato che il meccanismo era stato approvato già nel 2020, ma la Commissione aveva atteso che la Corte di Giustizia dell’Ue ne appurasse la legittimità. Sostanzialmente il meccanismo prevede che i fondi del bilancio vengano ridotti a un certo paese membro nel momento in cui questo risulti non rispettare lo stato di diritto. La Commissione è infatti da anni alle prese con le politiche del rieletto Orban, il quale viene accusato di portare il paese verso una deriva autoritaria. “Il problema principale dell’Ungheria resta la corruzione” ha spiegato la Von der Lyen “questo procedimento innescherà una sequenza temporale specifica, abbiamo dato all’Ungheria la possibilità di un chiarimento che ci è stato inviato e di conseguenza abbiamo deciso di fare un’ulteriore passo”. Immediata la reazione da Budapest che valuta il provvedimento come un errore, il capo del gabinetto del Presidente Orban, Gulyas ha chiesto alla Commissione di non sanzionare gli elettori ungheresi per l’opinione poco gradita a Bruxelles espressa al voto di domenica. Il Consiglio dell’Unione Europea potrebbe così decidere con la maggioranza qualificata, nel caso l’Ungheria non decida di prendere dei provvedimenti, di ridurre i fondi. Ma pure la Polonia potrebbe essere presa di mira, in questo momento è sotto osservazione, ha spiegato la Von der Lyen “in Polonia la questione è l’indipendenza della magistratura, ed è una questione ancora aperta così come è aperta la questione relativa al Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, che è anche uno strumento di riforma”.
Dionizij Botter