Sarà la prima a guidare la nuova procura europea antifrode, nonostante la feroce opposizione del suo stesso paese d'origine. Questo lo strano destino di Laura Codruța Kövesi, già a capo della direttorato anticorruzione rumeno, che ieri ha ricevuto dal Consiglio europeo l'appoggio necessario a guidare il nuovo organo UE - approvato da 22 stati membri su 28, Slovenia compresa - che dovrebbe combattere corruzione e frodi fiscali a livello comunitario.
Durante i suoi cinque anni all’anticorruzione rumena, la Kövesi ha letteralmente travolto l'élite politica del paese: sotto processo sono finiti 14 ministri o ex ministri, 53 deputati e senatori, 68 funzionari di alto livello. Non sorprende, quindi, che i suoi nemici si siano moltiplicati, soprattutto nelle fila del governo socialdemocratico. Alla fine, su pressioni dell'esecutivo, nel luglio 2018 la Kövesi è stata allontanata dal suo ufficio con accuse di abusi e pressioni sui testimoni, che il magistrato ha sempre fermamente respinto.
La battaglia è continuata anche a livello europeo, col governo di Bucarest schierato esplicitamente contro la candidatura della Kövesi, come confermato a caldo dalla primo ministro Vasilica Viorica Dăncilă.
Superato il fuoco amico col voto di ieri, la Kövesi è ora attesa dal duro compito di creare una procura europea in grado di operare con efficacia contro malversazioni e frodi, come quelle ai danni del budget comunitario e dell'imposta sul valore aggiunto. Queste ultime, secondo alcune stime, ogni anno costano ai paesi UE non meno di 50 miliardi di euro.
Francesco Martino