Il Cremlino accusa il Regno Unito di aver "diretto e coordinato" le esplosioni al gasdotto Nord Stream 1 e 2, avvenute a settembre nel Mar Baltico. Il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov ha dichiarato che i servizi di intelligence russi dispongono di prove che suggeriscono che l'attacco è stato diretto e coordinato da specialisti militari britannici. Peskov, inoltre, ha affermato che i servizi speciali russi sono in possesso di informazioni che dimostrano il coinvolgimento di consulenti militari britannici nell'attacco alla flotta russa nel Mar Nero. "Tali azioni non possono essere lasciate senza risposta" - ha detto e, aggiunto - "Valuteremo quali misure adottare". Il portavoce del Cremlino ha poi denunciato il silenzio inaccettabile delle capitali europee riguardo agli avvenimenti.
La Russia, intanto, è pronta a fornire gratuitamente quantità significative di grano e fertilizzanti all'Africa. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel corso di un colloquio telefonico con il leader turco Recep Tayyip Erdogan. La ripresa della nostra partecipazione all'accordo sui cereali potrebbe essere presa in considerazione dopo l'indagine sull'attacco a Sebastopoli - ha aggiunto Putin, secondo cui - "Il regime di Kiev, con il supporto dei suoi curatori occidentali, ha utilizzato il corridoio umanitario marittimo creato per il trasporto di grano ucraino per effettuare attacchi alle infrastrutture e alle navi della flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli. Stando alle parole di Putin è necessario condurre un'indagine approfondita sulle circostanze dell'incidente e ricevere da Kiev garanzie reali di rigorosa osservanza degli accordi di Istanbul, in particolare, sul non utilizzo del corridoio umanitario per scopi militari. Solo in seguito - secondo il capo del Cremlino - sarà possibile prendere in considerazione la questione della ripresa dell'accordo.
Nel frattempo, le autorità filorusse a Kherson, nell'Ucraina meridionale, hanno iniziato a trasferire altre migliaia di persone nell'area in cui le forze ucraine stanno conducendo un'offensiva. Circa 70 mila persona che vivono sulla riva sinistra del fiume Dnipro verranno reinsediate. La settimana scorsa, circa 70mila civili avevano lasciato le loro case sulla riva destra del fiume, più vicino alla linea del fronte. Le nuove evacuazioni sono state decise per il timore di un possibile attacco missilistico contro una diga sul fiume, che metterebbe a rischio l'incolumità della popolazione civile.
Corrado Cimador