“Solo sì significa sì”, è questo il concetto base sul quale si fonda la prima legislazione a livello europeo per proteggere le donne dalla violenza sessuale, presentata dalla Commissione nel 2022, al fine di raggiungere una definizione condivisa di stupro come "sesso non consensuale", senza che le vittime debbano necessariamente fornire prove di violenza, minacce o coercizione.
Una proposta che ormai da mesi è in stallo a causa dell'opposizione di dodici paesi membri, tra i quali Francia e Germania, che sono additati come i principali responsabili della cosiddetta "minoranza di blocco". Per far passare la legge basterebbe, infatti, il sostegno di uno dei due Paesi a garantire la maggioranza qualificata di 15 paesi membri, pari al 65% della popolazione dell'Unione,.
Secondo fonti diplomatiche contattate da Euronews, mentre la Germania si sarebbe rifiutata di appoggiare la definizione per motivi legali, il veto della Francia entrerebbe invece nel merito della questione, anche se Parigi ha affermato che il rifiuto nasce solamente dal fatto che si tratta di una materia che dovrebbe essere di esclusiva competenza degli stati.
Un veto “vergognoso”, soprattutto quello francese e tedesco, secondo l'associazione European Women's Lobby dato che entrambi i Paesi fanno parte della Convenzione di Istanbul, che considera l'assenza di consenso in un rapporto sessuale come stupro. Più comprensibili da un certo punto di vista le perplessità di Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania e Slovacchia, poichè sebbene l'Ue l'abbia formalmente ratificata a giugno 2023, la Convenzione deve ancora entrare in vigore all'interno dei loro confini nazionali.
Barbara Costamagna