Foto: Reuters
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Rutte ha dichiarato che la presenza attuale delle forze NATO in Kosovo rappresenta una manifestazione inequivocabile del solido impegno dell'Alleanza verso la garanzia della sicurezza a lungo termine tanto del Kosovo quanto dell'intera regione balcanica. Tale affermazione è stata ulteriormente avvalorata dalla sottolineatura che la NATO ha svolto un ruolo attivo e continuativo nel sostegno alla pace e alla stabilità nei Balcani occidentali per un periodo di trent’anni. Il diplomatico ha evidenziato che la Forza Internazionale di Sicurezza in Kosovo (KFOR) rappresenta la missione di più lunga durata nella storia della NATO. Ha inoltre assicurato che l'Alleanza continuerà a espletare le proprie funzioni in conformità con il mandato conferito, operando in stretta cooperazione con le forze di polizia del Paese e con la missione UE nel territorio. In In concomitanza, è stato ribadito il fermo sostegno al dialogo finalizzato alla normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Pristina, condotto sotto l'egida dell'Unione Europea, a seguito del persistente periodo di tensioni degli ultimi anni. "La stabilità della regione è strettamente dipendente dalla scelta, da parte di tutte le entità coinvolte, di privilegiare la via diplomatica rispetto all'uso della violenza. Al fine di consentire al dialogo di progredire, è imperativo che entrambe le parti dimostrino flessibilità e lavorino per raggiungere compromessi essenziali", ha avvertito Rutte. Ha inoltre enfatizzato che la normalizzazione delle relazioni bilaterali contribuirà in modo significativo alla stabilità e alla sicurezza dell'intera regione, aprendo al contempo nuove prospettive per investimenti. La Presidente del Kosovo, Vjosa Osmani, ha evidenziato che la stabilità è legata ai processi di integrazione euro-atlantica. A suo avviso, è giunto il momento che il Paese assuma il proprio ruolo all'interno dell'Alleanza, al fine di contribuire attivamente alla sicurezza in qualità di membro impegnato. "Questa nazione è stata salvata dall'intervento della NATO venticinque anni fa e ora aspira a diventarne parte integrante.Pristina ha reiterato le accuse nei confronti della Serbia sostenendo che quest'ultima costituisca una minaccia alla stabilità regionale. Osmani ha ribadito che l'obiettivo del governo di Belgrado è destabilizzare non solo il territorio kosovaro, ma l'intera regione dei Balcani occidentali. Ricordiamo che a marzo 2023, i due Paesi hanno siglato un'intesa relativa al processo di ripristino delle relazioni bilaterali, nell'ambito del dialogo facilitato dall'Unione Europea, svoltosi a Ohrid, in Macedonia. Tuttavia, tale accordo ha subito notevoli ritardi e il dialogo ha sperimentato una pressoché completa interruzione nel corso dell'ultimo anno. Contestualmente, la situazione nella regione settentrionale del Kosovo, dove risiede una popolazione a prevalenza serba, ha conosciuto ripetute escalation di tensione.

Alessia Mitar