Il diritto all’aborto ritorna all’interno del dibattito politico europeo. Per impedire che questo possa essere messo in discussione o che si arrivi addirittura all’abolizione della sua tutela, come accaduto qualche tempo fa negli Stati Uniti, alcuni stati si stanno muovendo per mettere al sicuro quella che molte donne considerano una conquista, ottenuta qualche decennio fa dopo lunghe battaglie. Lo scorso 4 marzo, ad esempio, la Francia ha sancito il diritto all’aborto nella sua Costituzione e proprio prendendo spunto da ciò, lo scorso 14 marzo il Parlamento europeo ha esortato gli Stati membri a garantire alle donne l'accesso all'aborto sicuro e legale.
Ci sono, infatti, alcuni paesi europei che in questi anni hanno rivisto in modo restrittivo la legislazione relativa alle scelte riproduttive delle donne. Tra questi la Polonia, dove oggi il parlamento è chiamato a discutere la sua liberalizzazione, dopo che il governo precedente aveva lavorato alacremente per ridurre al minimo la possibilità per le sue cittadine di accedere a questa pratica medica. D'altronde uno dei punti principali della campagna dell'attuale premier Donald Tusk era proprio il ripristino del diritto all'aborto. Ora resta da capire quale delle quattro proposte messe sul tavolo riuscirà ad imporsi. Si va, infatti, da posizioni più restrittive che vorrebbero riportare la legislazione al 1993, quando il diritto all'aborto era garantito solo in caso di gravi difetti del feto a quella liberale della Coalizione dei Cittadini, guidata dal premier, che vorrebbe introdurre una legge che garantisca l'aborto entro il dodicesimo mese senza alcun tipo di vincolo e restrizione.
In questa giornata, inoltre, il parlamento europeo sarà chiamato a fare un passo ulteriore con la votazione di una risoluzione per includere il «diritto all'aborto» nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, al fine di spingere gli stati membri, a cui spettano le competenze in questo settore, a rispettare questa direttiva. La modifica della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, però, per includere l'aborto richiede un accordo unanime da parte di tutti gli Stati membri e questo sicuramente potrebbe rappresentare uno scoglio difficilmente aggirabile.
Barbara Costamagna