Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto il sostegno del suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, per esportare i cereali russi e aggirare de facto le sanzioni occidentali, rifiutandosi di rilanciare l'accordo per l'export di grano dal Mar Nero che ha consentito, fino a metà luglio, l'invio delle forniture agricole ucraine al di fuori dei confini nazionali. "Dato il fabbisogno alimentare dei Paesi più bisognosi, si stanno elaborando opzioni per consentire consegne di cereali russi", si legge nella nota del Cremlino, nella quale si è riferito del colloquio telefonico tra i due leader. "C'è la volontà di cooperare in questo settore con la Turchia e altri Stati interessati", si è sottolineato da Mosca. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha ribadito che la Russia è pronta a riprendere la cooperazione non appena saranno rimossi gli ostacoli all'esportazione di cereali, fertilizzanti russi e ammoniaca.
Da parte turca il presidente Recep Tayyip Erdogan ha affermato che da parte russa non si dovrebbero compiere passi per alzare le tensioni del conflitto tra Mosca e Kiev, ribadendo l'impegno di Ankara nel cercare di rendere nuovamente operativo l'accordo definito "un ponte per la pace".
Sull'altro fronte, invece, oggi sono state sospese le operazioni al porto ucraino di Izmail sul Danubio dopo l'ennesimo attacco di droni russi. Il porto, che si trova dalla sponda opposta del fiume rispetto un paese membro della Nato, la Romania, è utilizzato come principale rotta alternativa per le esportazioni di grano dall'Ucraina da quando la Russia ha reintrodotto il blocco de facto dei porti ucraini del Mar Nero a metà luglio.