Re Felipe VI in visita a Paiporta, uno dei centri più colpiti nella periferia di Valencia, è stato duramente contestato dalla folla quando, insieme al premier Sanchez, è arrivato per un sopralluogo. In tanti hanno gridato "assassini" e lanciato fango. Un gruppetto di persone ha anche attaccato la macchina del premier, distruggendone i vetri posteriori, dopo che era stato sfiorato da quello che sembra un bastone lanciato dalla folla.
Dopo i fatti di Paiporta, le autorità statali, regionali e la stessa Casa Reale hanno deciso di rinviare la visita a Chiva. Felipe VI e Letizia inizialmente avevano fatto sapere di voler continuare con il programma previsto, tuttavia dopo la durissima contestazione subita è stato deciso il rinvio per questioni di sicurezza, non potendone garantire l'incolumità. Ma mentre Sanchez ha lasciato Paiporta, sia la regina, sia Felipe VI, sporchi di fango, alla fine sono riusciti a interloquire con la folla. Lo scatto del re, solo, infangato, mentre abbraccia due ragazzi soccorritori è una delle immagini di questa giornata così drammatica per la Spagna, che segna anche l'assenza della politica, tanto quella nazionale quanto quella regionale, entrambe finite sul banco degli imputati per aver sottovalutato l'allerta meteo e per il ritardo nei soccorsi.
Il bilancio delle vittime è salito a 217, la maggior parte delle quali, 213, nella provincia di Valencia, sulla costa mediterranea, epicentro della più grave inondazione dal secolo scorso. Ma il drammatico conteggio non può che essere un dato parziale, visto che a cinque giorni dall'alluvione non è ancora noto il numero dei dispersi. Le ricerche sono concentrate nei parcheggi di centri commerciali e abitazioni rimasti finora isolati dalla marea di fango, mentre incombe il rischio infezioni con il proliferare di agenti patogeni, come ha denunciato il dipartimento della Salute della Regione valenciana.
Valerio Fabbri