Foto: Reuters
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Gli studenti serbi continuano a rivendicare la responsabilità per la tragedia avvenuta a novembre a Novi Sad in cui hanno perso la vita 15 persone. "Le nostre richieste non sono state esaudite completamente", ha affermano uno degli studenti per la TV serba N1. "Vogliamo vedere tutti i responsabili dietro le sbarre. Fino a quel momento", ha aggiunto, "continueremo ad occupare le facoltà e a manifestare nelle strade".
Le proteste in Serbia, lo ricordiamo, sono iniziate dopo l'incidente di Novi Sad, la situazione però si è ulteriormente inasprita a seguito dell'attacco notturno di martedì contro un gruppo di studenti, sempre a Novi Sad. Una ragazza è rimasta gravemente ferita, due degli aggressori, secondo quando affermano gli stessi studenti, sarebbero usciti da un edificio che ospita il Partito del progresso SNS al governo. Quattro in tutto le persone arrestate in relazione all'attacco.
Sia il premier, Miloš Vučević, che il sindaco di Novi Sad, Milan Đurić, si erano già dimessi dai propri incarichi, il presidente, Alensakdar Vučić, dopo una sessione straordinaria del governo, ha invece annunciato che entro i successivi 10 giorni avrebbe deciso se formare un nuovo esecutivo o indire elezioni anticipate. L'annuncio del capo dello Stato però non è bastato per placare le proteste. Gli studenti hanno quindi annunciato su Instagram una marcia di due giorni, lunga 90 chilometri, che inizierà davanti alla Facoltà di Arte drammatica di Belgrado e finirà alla stazione ferroviaria di Novi Sad, dove sabato, con il blocco di tre ponti verranno commemorate le vittime della tragedia di novembre, esattamente a tre mesi dall'incidente.