L'Unione europea segnala un aumento considerevole delle truffe alimentari. Moltissimi i casi che vedono al centro l'olio d'oliva, protagonista indiscusso della dieta mediterranea. Il calo della produzione per due stagioni consecutive, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici, e il conseguente aumento incontrollato dei prezzi, lo hanno reso una meta facile per i truffatori; le autorità spiegano che questo viene spesso diluito con altri oli e venduto con etichette false. Inoltre, sono emersi prodotti la cui qualità è stata alterata dalla presenza di pesticidi e bottiglie contenenti addirittura pezzi di vetro. Nei primi tre mesi dell'anno, le segnalazioni di prodotti contraffatti sono triplicate. Queste arrivano anche da Spagna e Portogallo, considerate le patrie dell'oro liquido in Europa. La situazione risulta precaria anche in Slovenia dove viene prodotto solamente il 10-20 percento dell'olio d'oliva acquistato dai consumatori, il resto viene invece importato. In relazione al 2023, l'Ispettorato per la sicurezza alimentare riferisce di numerosi casi in cui in fase di imbottigliamento, le etichette apportate riportavano diciture errate o fuorvianti in merito alla qualità del prodotto. Ma come avvengono le frodi nell'industria dell'olio d'oliva? Spesso vengono utilizzate combinazioni di oli cosiddetti lampanti, importati dall'estero, che vengono poi sottoposti a processi termici per eliminare gli odori e l'acidità. Altri produttori utilizzano invece miscele a base d'olio di nocciola, che ha una composizione simile a quello d'oliva. Si tratta comunque di pratiche illegali che rappresentano un serio rischio per la salute del consumatore, oltre che danneggiare l'immagine dell'industria.
M.N.