La proposta comprende una serie di misure per una politica comune volta a combattere la corruzione nell'Unione europea e a livello mondiale. Gli Stati membri vengono sollecitati ad armonizzare la definizione di reati come lo scambio di influenze e l'abuso d'ufficio, garantire indagini efficaci e cooperare meglio tra i singoli paesi sul tema, ma anche di allestire enti specializzati anticorruzione.
“La corruzione è come un cancro, che va prevenuto ma se ciò risulta inefficace, bisogna adottare adeguate misure. E' necessario fare molto di più in quanto la corruzione uccide la nostra democrazia e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche”, ha spiegato Věra Jourová, commissaria europea ai Valori e alla Trasparenza. Secondo le stime, infatti, la corruzione costa all'economia europea circa 120 miliardi all'anno e incide pesantemente sulla fiducia nella democrazia: il 69% dei cittadini non crede che venga adeguatamente perseguita la corruzione di alto livello, mentre il 47% delle imprese europee reputa improbabile che le autorità possano assicurare alla giustizia i responsabili, secondo recenti sondaggi di Eurobarometro.
Ci sono molte differenze rilevanti tra le definizioni dei reati di corruzione e tra le pene ad essi collegate. Ciò rende le indagini transfrontaliere più difficili e crea scappatoie che vengono utilizzate dai criminali. Gli elementi chiave sono una direttiva che punta ad armonizzare come detto le definizioni e aumentare le pene connesse, e una comunicazione congiunta che istituisce una rete anticorruzione su scala comunitaria per mappare le aree a rischio e definire di conseguenza una strategia anticorruzione. Della proposta legislativa presentata dalla commissione fa parte pure un regime speciale dedicato alla corruzione al di fuori dell'UE e nel mondo in generale; l'obiettivo è di introdurre divieti d'ingresso e congelamento dei beni per persone fisiche e giuridiche di Paesi terzi ritenuti responsabili di gravi atti corruttivi. La credibilità delle istituzioni europee è stata messa a dura prova dallo scandalo Qatargate, il più grave della storia comunitaria, risalente a pochi mesi fa e che ha coinvolto eurodeputati e assistenti parlamentari, con in testa l’ormai ex vicepresidente dell'Europarlamento, Eva Kaili, ora sotto inchiesta.
Delio Dessardo