Secondo il commissario europeo alla giustizia, Didier Reynerds, si possono scoraggiare i viaggi ma non vietarli; e per questo le istituzioni europee hanno invitato alcuni degli stati membri ad adottare un approccio diverso alla gestione delle uscite e delle entrate dai loro confini nazionali, al fine di non ostacolare la libera circolazione dei cittadini e delle merci nel mercato interno europeo.
I Paesi che hanno ricevuto la lettera di richiamo dalla Commissione europea per le misure troppo restrittive alle frontiere interne sono Germania, Belgio, Ungheria, Finlandia, Danimarca e Svezia; ai quali sono stati concessi dieci giorni per rispondere con soluzioni che siano nell’interesse di tutti.
Il rischio più grande è che continuando ad agire così (con blocchi e controlli serrati anche sul traffico commerciale) si arrivi alla frammentazione e interruzione delle catene di approvvigionamento, creando non pochi problemi a tutti i cittadini europei.
Per quanto riguarda il certificato di vaccinazione la commissione europea ha detto di puntare ad un approccio digitale europeo per uso medico. Nei prossimi mesi si valuterà l’opportunità o meno di utilizzarlo per altri scopi, come i viaggi. Ma "la vaccinazione non può diventare un obbligo per viaggiare", ha spiegato Reynders. "Anche chi non si è sottoposto all'immunizzazione deve poter continuare" a muoversi, "con l'uso dei test e dei periodi di quarantena".
Barbara Costamagna