Foto: Reuters
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L’Unione europea nei giorni scorsi aveva trovato un accordo circa l’utilizzo degli asset russi immobilizzati con la creazione di un Fondo di assistenza a Kiev, il quale prevede quasi otto miliardi di euro, all’interno dell’European Peace Facility. Viktor Orban continua a bloccare la nascita del nuovo strumento, situazione che, secondo fonti europee, potrebbe andare avanti fino al Consiglio europeo di fine giugno, quando il premier ungherese cercherà di utilizzare il suo veto per “ottenere in cambio concessioni su un altro fronte”. Nel corso della riunione dei ministri, spiegano le stesse fonti, diversi rappresentanti dei Paesi membri sono intervenuti evidenziando la “crescente frustrazione” per l’atteggiamento dell’Ungheria. “Si tratta di un atteggiamento inaccettabile” ha dichiarato il ministro degli Esteri lituano, “l’Ue non può rimanere immobile a causa della sistematica creazione di ostacoli da parte dell’Ungheria” ha aggiunto. Per Budapest le imprese ungheresi continuano a subire un “forte boicottaggio” in Ucraina, questa sarebbe la ragione dietro in veto. Intanto però si trova per la prima volta nel mirino dei ministri degli Esteri, dopo che anche il Belgio e la Polonia hanno fatto emergere la propria disapprovazione nei confronti dell’ostruzionismo ungherese.

B.Ž.