Nell'ultimo anno il gruppo di difesa Ilga-Europe ha riscontrato in un rapporto un "chiaro accumulo di discorsi d'odio" contro la comunità lesbica, gay, bisessuale, trans e intersessuale (Lgbti) da parte dei politici di 32 Paesi europei, tra cui 19 Stati membri dell'Ue.Croazia, Irlanda, Slovacchia, Spagna e Svezia sono tra gli Stati in cui la retorica transfobica sta crescendo e questa è stata rilevata anche nelle discussioni parlamentari di Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Portogallo.
Il rapporto rileva inoltre che le persone trans, e i bambini in particolare, vengono demonizzati dai politici che utilizzano sempre più spesso la paura per creare opposizione all'accesso dei minori trans all'assistenza sanitaria e scetticismo nei confronti dell'educazione sessuale. Oltre alle campagne transfobiche presenti ormai da tempo in paesi come l'Ungheria e la Polonia, violenze e attacchi ai diritti di questa minoranza hanno iniziato ad emergere anche in realtà dove la cultura Lgbtiq+ sembrava ormai consolidata, come la Spagna. Anche le manifestazioni del Pride sono state ultimamente bersaglio di attacchi in alcuni Stati dell'Unione, come in Austria dove la polizia che ha sventato un progetto di attentato terroristico alla parata del pride di Vienna lo scorso giugno.
Un recente rapporto del Servizio europeo per l'azione esterna (Seae) ha rilevato che la disinformazione che utilizza "stereotipi basati sull'identità" è una minaccia crescente per la democrazia e potrebbe essere utilizzata come parte di campagne sostenute dall'estero per interferire nel voto di giugno.
Barbara Costamagna