Sono circa un milione e ottocentomila i kosovari che - nonostante il freddo intenso e le rinnovate misure anti pandemiche - sono chiamati oggi alle urne per eleggere il nuovo parlamento di Pristina. Le operazioni di voto sono iniziate alle 7 di stamattina: gli elettori devono scegliere 120 deputati tra i più di mille candidati presentati da 28 partiti e coalizioni: venti seggi sono riservati alle minoranze, dieci in particolare a quella serbo-kosovara.
Le nuove consultazioni si sono rivelate necessarie dopo un pronunciamento della Corte costituzionale, che ha giudicato nulla la fiducia al precedente esecutivo guidato da Avdullah Hoti, visto che il voto decisivo in aula era stato espresso da un deputato passato in giudicato per truffa.
I sondaggi della vigilia danno largo vantaggio al movimento nazional-progressita Vetëvendosje, che potrebbe raccogliere tra il 40 e il 50 percento dei consensi. Vetëvendosje e il suo storico leader Albin Kurti - che non potrà concorrere al parlamento, vista una sua passata condanna in tribunale - promettono lotta alla corruzione, sviluppo economico e una posizione ferma e poco prona al compromesso nel dialogo con la Serbia.
Molto distaccati appaiono i tradizionali protagonisti della scena politica kosovara: la Lega democratica del Kosovo dell'ex premier Hoti e il Partito democratico, orfano del leader carismatico ed ex-presidente Hashim Thaçi, accusato dalla Corte speciale di crimini di guerra.
Nonostante il vantaggio, Vetëvendosje potrebbe però essere costretta a cercare partner di governo per creare un nuovo esecutivo, operazione che in Kosovo è tradizionalmente lunga e complessa.
Francesco Martino