Le forze armate di Israele hanno sferrato un attacco contro un campo profughi di Al Mawasi, nella zona di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. "Un brutale massacro dell'occupazione israeliana", secondo il Ministero della Sanità dell'enclave, che ha condannato il bombardamento.
Le Forze di difesa israeliane hanno intanto confermato che gli obiettivi dell'attacco erano un capo militare di Hamas, Mohammed Deif, e il capo della Brigata Khan Younis, Rafàa Salameh, due dei promotori del massacro del 7 ottobre. La tv saudita al-Hadath riporta che Deif sarebbe rimasto gravemente ferito, mentre il Salameh sarebbe rimasto ucciso. La notizia non è stata ancora confermata. Deif e Salameh si nascondevano tra i civili, in un complesso che Hamas aveva recintato, nel mezzo di un'area circondata da alberi con diversi edifici e capannoni, per potersi muovere liberamente. Fonti militari affermano inoltre che decine di agenti di Hamas si trovavano nell'area del sito quando è stato colpito. "L'attacco è stato effettuato in un'area riservata amministrata da Hamas, dove, secondo le nostre informazioni, erano presenti solo terroristi di Hamas e dove non c'erano civili", ha spiegato invece l'esercito di Israele.
Secondo i vertici israeliani, tentare di uccidere Mohammed Deif, era un'occasione da non perdere ed è valsa la pena rischiare di danneggiare le trattative in corso per la liberazione degli ostaggi in mano agli estremisti palestinesi. Secondo quanto riporta Channel 12, dall’analisi della situazione è emerso che l'eventuale danno tattico ai negoziati era superato dal vantaggio strategico. Dall'inizio del conflitto armato infatti il capo del governo di Tel Aviv, Benjamin Netanyahu, "ha dato una direttiva permanente per eliminare gli alti funzionari di Hamas".
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