"Uno scandalo. Questo non fermerà né me né noi", ha detto il capo del governo israeliano, Benyamin Netanyahu, commentando la richiesta di mandati di arresto del Procuratore della Corte penale internazionale nei suoi confronti e contro il ministro della Difesa Yoav Gallant, oltre che contro i leader di Hamas.
Anche il capo dello Stato americano, Joe Biden, ha definito "scandalosa" la richiesta di mandati d'arresto nei confronti dei leader di Israele, così come contro i leader del movimento estremista palestinese. Biden ha inoltre negato che l'offensiva delle forze di difesa israeliane a Gaza sia un genocidio, difendendo lo Stato ebraico da una serie di cause legali internazionali.
La Cina intanto ha espresso la speranza la Corte penale internazionale mantenga una posizione "obiettiva e imparziale ed eserciti i suoi poteri in conformità con la legge". Lo ha affermato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino chiedendo la fine della "punizione collettiva del popolo palestinese".
Intanto il Ministero degli Esteri francese, in una nota, ha riferito di sostenere la Corte dell'Aja e la sua "indipendenza e la lotta contro l'impunità in tutte le situazioni", senza però fare riferimento in modo esplicito alla richiesta dei mandati di arresto contro Netanyahu, Gallant e i leader di Hamas. La Francia, aggiunge la nota, sostiene una "soluzione politica duratura nella regione". Ritiene infatti che sia l'unico modo per "porre fine alla sofferenza sia degli israeliani che dei palestinesi".
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