Come sempre Cannes è il più mondano tra i grandi festival del cinema internazionale. Un evento ricco di star e di glamour, che non manca di catalizzare l'attenzione mondiale grazie a premiere importanti come Once e Upon a time in Hollywood, pellicola di Quentin Tarantino, oppure Dolor Y Gloria di Pedro Almodòvar, con Antonio Banderas clamoroso vincitore del premio come miglior attore. Grande soddisfazione, ma senza premi, anche per l'Italia, rappresentata da Marco Bellocchio e da Il Traditore, la storia del pentito di mafia Tommaso Buscetta, interpretato con grande maestria da Pierfrancesco Favino. La Palma d'oto, il premio più ambito, va invece al regista sudcoreano Bong Joon-Ho. È una commedia sulle storie intrecciate di due famiglie, una squattrinata e una molto ricca. Il Grand Prix, considerato una specie di secondo posto, è invece andato ad Atlantique della regista francese Mati Diop, un film sulla storia di un gruppo di operai della periferia di Dakar, in Senegal. Il premio della giuria è andato in America del sud, vinto ex aequo dai film: Les Miserables e Bacurau dei brasiliani Kleber Filho e Juliano Dornelles. L'attrice inglese Emily Beecham ha vinto il premio come migliore attrice per Little Joe, mentre Antonio Banderas ha invece vinto come miglior attore per Dolor Y Gloria di Pedro Almodovar, in cui interpreta un regista di successo in declino fisico e creativo. Il premio per la miglior regia è andato ancora ai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne per Le Jeune Ahmed, che racconta di un giovane studente musulmano radicalizzato. La Camera d'oro, il premio per la migliore opera di un esordiente, è andato a Nuestras Madres del regista guatemalteco Cèsar Dìaz.
Miro Dellore