La Corte Suprema ha quindi ribaltato la decisione della Corte d'Appello del Nono Circuito, che dichiarava l'appropriazione di fondi dal Dipartimento della Difesa per la costruzione del muro una violazione della legge. Il governo ha infatti portato "sufficienti" prove per dimostrare che non ci sono le basi per bloccare il trasferimento di fondi.
"Una grande vittoria sul muro e per la sicurezza al confine". Queste le parole usate dal presidente americano, Donald Trump, per salutare la decisione del tribunale. Il Capo di Stato aveva dichiarato l'emergenza nazionale con la quale ha rivendicato di poter usare fondi di altre agenzie governative per la costruzione del muro, lo scorso febbraio. All'annuncio avevano fatto seguito una battaglia con il Congresso durata due mesi, lo shutdown più lungo della storia americana e diverse azioni legali, anche da parte della Camera. Un tentativo fallito, con il giudice Trevor McFadden che aveva sottolineato il fatto che i tribunali possono risolvere le dispute fra il potere esecutivo e quello legislativo solo come ultima risorsa. "Il Congresso ha diverse armi politiche per far fronte alle percepite minacce alla sua sfera di potere", incluse leggi che "limitano espressamente il trasferimento o la spesa di fondi per il muro", aveva scritto McFadden nella documentazione presentata alla Corte Suprema sui fondi per il muro. I legali della Camera hanno osservato invece come - in base alla Costituzione - "un immenso muro lungo il confine semplicemente non può essere costruito senza fondi approvati dal Congresso a tale scopo".
Danijel Konestabo