Le Olimpiadi di Tokyo 2020, i Mondiali di calcio del 2022 in Qatar e i Giochi Invernali di Pechino 2022: sono solo alcune delle manifestazioni internazionali a cui non potranno partecipare le squadre russe dopo la decisione dell'Agenzia mondiale antidoping, che ha bandito la Russia dalla partecipazione ai principali tornei sportivi internazionali per un periodo di quattro anni.
I fatti risalgono al 2015, quanto emersero prove che nell'atletica russa si praticava il doping in modo diffuso e sistematico. Mosca aveva ammesso la presenza di atleti dopati, ne erano già stato esclusi molti alle ultime due Olimpiadi, ma aveva negato di aver organizzato il doping di Stato.
Una versione che non è stata accolta dall’Agenzia mondiale antidoping, che ha riconosciuto la Russia colpevole di aver manomesso i dati di laboratorio con prove false, ed eliminato i test antidoping positivi.
Le conseguenze sono state molto pesanti: fuori l’intera squadra russa da tutte le manifestazioni internazionali fino al 2024, il divieto di ospitare o concorrere all'assegnazione dei tornei sportivi internazionali, banditi i funzionari statali russi dalle organizzazioni degli eventi.
Gli atleti che potranno dimostrare di non essere coinvolti nello scandalo potranno gareggiare, ma solo sotto una bandiera neutrale, e la decisione non comprende i mondiali di calcio, né gli eventi già fissati in Russia come gli Europei di calcio 2020.
La Russia potrà presentare appello al Tribunale di Arbitrato per lo Sport di Losanna entro 21 giorni: Mosca sembra intenzionata a percorrere tutte le strade per far revocare o ridurre la sentenza, anche se il capo dell'agenzia antidoping russa, Yuri Ganus, ha dichiarato che la Russia non ha “alcuna chance” di ribaltare in appello la decisione, e che alcuni atleti russi stanno pensando di lasciare la Russia per poter gareggiare.


Alessandro Martegani


Foto: EPA
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