Ormai è un parere sempre più diffuso: il modo più efficace per combattere la violenza contro le donne è parlarne. I maltrattamenti sono in sostanza il sintomo di uno squilibrio culturale. Di fronte alla violenza sulle donne, non basta la condanna urlata ma bisogna individuarne le radici nella cultura in cui siamo immersi, nella forma che i nostri desideri e le nostre rappresentazioni del corpo assumono.
La violenza non è naturale. Non avviene in natura, dove lo stupro non esiste, gli animali non stuprano. Certe forme di sessualità animale possono essere interpretate come violente, però lo stupro di gruppo, ad esempio, è una cosa tipicamente umana. Lo stupro è stato sempre usato nelle guerre, non ultima quella in Bosnia Erzegovina, dove stuprare la donna del nemico serviva per umiliare e mortificare il vinto.
La data del 25 novembre dunque è una data importante per il movimento internazionale delle donne, scelta in onore delle sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana uccise il 25 novembre 1960 per la loro opposizione al regime dittatoriale. Istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel dicembre del 1999, invita i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a promuovere attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica.
I dati forniti da Eurostat sulla violenza alle donne perpetrata da partner o familiari fanno impallidire. Un terzo dell'universo femminile dichiara di aver subito almeno una volta una forma di violenza, fisica o sessuale. Ciò che più preoccupa poi, nonostante leggi e ordinamenti, è che in Europa i casi di femminicidio sono in aumento, sebbene il rapporto dell'organizzazione per la sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) rechi la data del 2016, nel vecchio continente sono a tre cifre le morti in Germania, Francia, Romania, Gran Bretagna e Italia. In quest'ultimo Paese poi, nei primi 11 mesi siamo arrivati già a quota 95.
La metà della popolazione del mondo è rappresentata dalle donne, ciò che una parte di quella maschile non capisce è che le donne non sono il problema, ma la soluzione. Eliminando la discriminazione contro le donne, sia legale che pratica e le disuguaglianze tra i due sessi, a trarne vantaggio sarebbero tutti.
Corrado Cimador