In questa occorrenza, sottolineano, è doveroso rendere omaggio al lavoro svolto da uomini e donne che accorrono in aiuto delle persone bisognose. Oggi il numero di rifugiati è aumentato a dismisura, se ne contano circa 70 milioni, la cifra più alta mai registrata dalla fine della Seconda guerra mondiale. La cifra è stimata per difetto ed è composta da tre gruppi principali. Nel primo rientrano coloro che sono stati costretti a fuggire dal proprio Paese a causa di conflitti, guerre o persecuzioni. Abbiamo poi il secondo gruppo, composto dai richiedenti asilo, persone che si trovano al di fuori del proprio Paese di origine e che ricevono protezione internazionale, in attesa dell'esito della domanda di asilo. Il gruppo più numeroso è però quello che include gli sfollati in aree interne al proprio Paese di origine, con oltre 40 milioni di persone, una categoria alla quale normalmente si fa riferimento con la dicitura sfollati interni. La Giornata mondiale dell'aiuto umanitario è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 2008 come tributo a tutti gli operatori umanitari che hanno perso la vita adempiendo al proprio dovere. L'ONU si pone come obiettivo il rispetto per la loro vita e la loro incolumità, visto che spesso si trovano a lavorare in situazioni di conflitto e crisi. L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati agisce in 138 paesi, mettendo a disposizione oltre 16 mila operatori, 90% dei quali lavora a stretto contatto con i rifugiati. Entro 72 ore dallo scoppio di un'emergenza, l'UNHCR riesce a mobilitare ovunque nel mondo più' di 300 operatori altamente qualificati. Questi sono in grado di portare soccorso ad oltre 600 mila persone e fornire loro acqua, cibo, assistenza medica e psicologica. Ma la risposta alle emergenze è solo una parte del lavoro umanitario. Le organizzazioni umanitarie aiutano le comunità a diventare più resistenti ai disastri futuri, le supportano con programmi di sviluppo e promuovono lo stabilimento e il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
Maja Novak