Foto: EPA
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Un alto funzionario di Hamas ha accusato Israele di aver "vanificato" gli sforzi dei mediatori per raggiungere un'intesa per la tregua prima del Ramadan. Tel Aviv, secondo le sue parole, respinge i punti dell'accordo che porterebbero a una pausa nei combattimenti, garantirebbero l'arrivo degli aiuti nella Striscia di Gaza e faciliterebbero il ritorno degli sfollati alle loro case. I negoziati dovrebbero riprendere la prossima settimana. Secondo funzionari egiziani, comunque, le trattative sono arrivate ad un punto morto a causa della richiesta di Hamas di un processo graduale che culmini con la fine della guerra. Gli estremisti palestinesi hanno inoltre detto che non rilasceranno tutti gli ostaggi rimanenti senza il completo ritiro israeliano dal territorio. Chiedono inoltre il rilascio di un gran numero di prigionieri, tra cui importanti personalità.
Intanto il commissario Ue per la gestione delle crisi, Janez Lenarčič, durante la sua visita in Medio Oriente, ha affermato che il sistema umanitario a Gaza è prossimo al collasso. Lenarčič ha chiesto la fine dei combattimenti e il rafforzamento degli aiuti a Gaza. In un incontro con le autorità di Israele e della Cisgiordania, il commissario ha ribadito che l'Unione europea continuerà a fare del suo meglio per alleviare le sofferenze a Gaza, salvare vite umane e liberare i restanti 130 ostaggi. La Commissione Ue, invece, ha annunciato di aver concluso finora contratti con organizzazioni per 81 milioni di euro in aiuti ai palestinesi di Gaza.
Israele ha al contempo respinto le pressioni internazionali volte ad evitare l'estensione del conflitto armato alla città di Rafah, nel sud della Striscia. Secondo il premier, Benjamin Netanyahu, l'esercito di Tel Aviv "continuerà a combattere contro tutti i battaglioni di Hamas, anche a Rafah, ultima roccaforte di Hamas. Chi ci dice di non agire là, ci chiede di perdere la guerra", ha detto, precisando che "questo non avverrà".