L'autorità dello scalo aeroportuale di Hong Kong ha cancellato tutti i voli in programma mentre sta continuando il sit-in dei manifestanti per il quarto giorno consecutivo. In un comunicato l'autorità ha precisato che i voli che stanno arrivando potranno atterrare e che il traffico sulle strade verso lo scalo sono quasi intasate. La protesta è entrata nella nona settimana e non accenna a diminuire nonostante le minacce del governo centrale cinese e di quello della ex colonia britannica. Migliaia di dimostranti sono entrati nel terminal arrivi costringendo le autorità a cancellare tutti i voli in partenza ed in arrivo. In un comunicato dell'autorità aeroportuale si è evidenziato che a parte i voli in partenza per cui sono già state completate le procedure di check-in e i voli in arrivo che sono già diretti a Hong Kong, tutti gli altri voli sono stati cancellati per il resto della giornata. Nel frattempo la polizia ha deciso di dispiegare nelle strade della città veicoli pesanti equipaggiati con cannoni ad acqua. Nello scorso fine settimana i disordini sono stati particolarmente violenti, e i manifestanti hanno accusato la polizia di eccessivo uso della forza, in particolare alla stazione di Kwai Fong dove sono avvenuti ripetuti lanci di gas lacrimogeni. Secondo quanto riferito dalla stampa cinese i feriti nelle violenze sono stati una quarantina, dei quali la più grave è una ragazza che rischia di perdere un occhio dopo essere stata colpita da proiettili di gomma. Le proteste, poi degenerate, nel territorio semi-autonomo cinese sono iniziate il 9 giugno scorso contro il disegno di legge che prevede l'estradizione in Cina per i sospettati di reati penali. L'iter del provvedimento legislativo è attualmente sospeso, ma i dimostranti ne chiedono la completa cancellazione indicando la progressiva erosione dei diritti e della democrazia. Dopo il ritorno alla Cina, avvenuto nel 1997, in base all'accordo Un Paese 2 Sistemi Hong Kong dovrebbe mantenere il proprio autonomo sistema giudiziario fino al 2047.
Franco de Stefani