La pandemia a livello globale e la conseguente crisi economica hanno incrementato la povertà, aumentato diseguaglianze e discriminazioni, evidenziando lacune nella protezione dei diritti umani. Lo stesso vale per l'accesso alle cure mediche e al vaccino o l'assistenza degli anziani, l'anello debole in entrambe le ondate pandemiche sia in Slovenia sia negli altri paesi europei.
"E' stato un anno dominato da un tema, quello del diritto alla salute minacciato e messo in crisi da una pandemia globale che ha colpito anche i nostri territori", spiega Riccardo Noury portavoce di Amnesty Italia, "molti governi in Europa e soprattutto fuori hanno usato la pandemia per fare i conti con opposizioni vecchie e nuove, per criminalizzare il dissenso quasi come se invece della pandemia il nemico fossero i giornalisti, per esempio. Slovenia e Italia hanno un elemento in comune, emergerà chiaramente nelle ricerche successive, sul tema dell'accesso alle cure mediche e alla giustizia. Ed è l'evata, elevatissima incidenza di decessi da covid-19 nelle case di riposo, chiamate così poi in ogni luogo hanno un loro acronimo e la loro sigla. In Slovenia quasi l'80% di tutti i decessi sono avvenuti in quei luoghi. In alcune regioni italiane la percentuale è stata più o meno analoga, quindi persone sacrificabili e sacrificate, case di riposo che sono diventate luoghi di decimazione e di morte. Questo è poi tema della giustizia che dovrà essere fatta per tutto questo." (ld)