Prosegue l'escalation di tensione nel Kashmir. Il Pakistan chiude le relazioni commerciali con l'India ed espelle l'ambasciatore. All'inizio della settimana New Delhi aveva annullato l'autonomia della Valle del Kashmir, garantita dalla costituzione indiana sin dal 1947 e ribadita da una risoluzione ONU nel 1948. Tutte le comunicazioni sono ancora bloccate e perdura il coprifuoco. Sono centinaia i politici locali arrestati. Evacuati oltre 20 mila turisti. La revoca dello statuto speciale è stata giustificata dal governo indiano con un generico pericolo di terrorismo. Islamabad, dal canto suo, ha annunciato dapprima la sospensione delle relazioni commerciali, poi è giunta la decisione di espellere l'inviato diplomatico indiano nel paese e di richiamare l'ambasciatore pakistano a New Delhi. Lo ha reso noto il ministro degli esteri di Islamabad Qureshi. Intanto proseguono gli arresti dei politici nel Kashmir, se ne contano ormai centinaia tra esponenti di diversi partiti politici e attivisti, secondo un funzionario dell'amministrazione locale. L'ex governatrice dello stato Mufti si trovava agli arresti domiciliari prima di essere trasferita, assieme ai 2 leader del partito Jammu e Kashmir Lone e Ansari, nel palazzo Hari Niwas, residenza storica nel cuore della capitale. Il mandato d'arresto nei loro confronti, sempre secondo la stampa locale, è stato firmato da magistrati per impedire possibili iniziative che vadano a disturbare la pace e la tranquillità della Valle. Dall'annuncio del governo indiano, giunto all'inizio della settimana, della cancellazione dell'autonomia l'intera valle è isolata dal resto del paese con tutte le comunicazioni sospese, tranne quelle satellitari. Un rigido coprifuoco sta paralizzando la vita quotidiana con uffici pubblici, scuole e ospedali chiusi. Le attività private sono sospese mentre decine di migliaia di soldati delle forze speciali di sicurezza stanno presidiando ogni angolo della Valle.
Franco de Stefani