L'annuncio è arrivato al termine dei 60 giorni concessi ai Paesi dell'Unione europea, partner dell'accordo, perché salvassero l'intesa adottando misure efficaci per allentare la stretta sul commercio, provocata dalle sanzioni statunitensi, dopo che Trump ha deciso il ritiro dall'intesa. Per il ministro degli Esteri di Teheran, Javad Zarif, la misura annunciata dall'Iran e i passi successivi sono reversibili, ma ciò dipende dal rispetto degli impegni da parte di Francia, Germania e Regno Unito. Al contempo chiede sostegno politico agli Stati membri verso le misure iraniane e una ferma presa di posizione per preservare l'accordo nucleare e opporsi all'unilateralismo statunitense. Immediata la risposta da parte di Londra che ha ribadito il pieno sostegno all'accordo firmato a Vienna nel 2015 a patto che l'Iran fermi immediatamente e faccia marcia indietro su tutte le attività che non sono coerenti con i suoi obblighi. Anche Berlino ha esortato vivamente il Paese a fermarsi ed ha annunciato di esser in contatto con gli altri partner per accordarsi sui prossimi passi da intraprendere. L'agenzia internazionale per l'energia atomica ha intanto fatto sapere di attendere a breve un rapporto dei suoi ispettori dall'Iran per verificare lo sviluppo annunciato da Teheran. Intanto il premier israeliano Benyamin Netanyahu è tornato a chiedere all'Europa di ripristinare le sanzioni all'Iran dopo che Teheran ha annunciato di voler superare le quote di uranio arricchite imposte dall'accordo sul nucleare. Un superamento che - ha aggiunto il premier - ha solo uno scopo, "la produzione di bombe atomiche".
Maja Novak