L'Onu si sta "preparando al peggio" nella Siria nord-orinetale, dopo che Washington si è fatta da parte per permettere alla Turchia di effettuare azioni militari nell'area. "Non sappiamo cosa succederà. Ma ci prepariamo al peggio", ha dichiarato il coordinatore Onu per le operazioni umanitarie in Siria, precisando che le Nazioni Unite sono in contatto "con entrambe le parti sul campo". La priorità dell'Onu è che qualsiasi eventuale azione della Turchia non abbia conseguenze sul piano umanitario.
Intanto il presidente americano, Donald Trump, ha confermato il ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria: "È tempo per noi di uscire da queste infinite guerre ridicole, molte delle quali tribali, e portare i nostri soldati a casa", ha scritto in un tweet. "Combatteremo dove è nostro vantaggio e solo per vincere. Turchia, Europa, Siria, Iran, Iraq, Russia e i curdi dovranno risolvere la situazione e capire cosa vogliono fare con i combattenti dello Stato islamico catturati", ha aggiunto ancora il capo dello Stato Usa, precisando che "i curdi hanno combattuto con l'esercito americano", ma sono stati "pagati". Il Pentagono però, secondo le ultime informazioni, ha riferito di non sostenere l’offensiva turca: : assieme ad altri alleati della Nato ed i partner di caolizione ha intenzione di fare un nuovo appello ad Ankara affiché comprenda quali sarebbero le eventuali conseguenze per la stabilità della regione.
Le forze curdo-siriane affermano di essere pronte a "difendere a ogni costo" il nord-est del Paese, in particolare la zona di confine con la Turchia, esposta alle pressioni turche, da dove le truppe americane si sono già ritirate. "La zona è ora diventata un teatro di guerra. Noi siamo determinati a difendere il nord-est a ogni costo", ha dichiarato un portavoce delle forze curdo-siriane.
Inoltre, giunge notizia che due ordigni sono esplosi in due diverse zone del nord della Siria sotto il controllo dell'esercito turco. 14 i feriti, morto invece l'attentatore.
E. P.