Secondo le parole di Maduro, "il Venezuela non è collegato all'Europa. Questa è arroganza. Le élite europee non riflettono l'opinione dei popoli europei". Nonostante la situazione attuale, il presidente ha affermato ancora di sentirsi motivato ed ha garantito che continuerà a guidare e difendere il Paese, che sta affrontando un duro periodo e - sempre secondo Maduro - la responsabilità di questa crisi va attribuita agli Stati Uniti.
Riguardo la situazione in Venezuela si è espresso anche Papa Francesco con un appello per una giusta e pacifica soluzione alla crisi che rispetti i diritti umani.
Intanto anche Israele si è unito "agli Usa, al Canada e alla maggior parte dei Paesi dell'America Latina e dell'Europa" riconoscendo "la nuova leadership in Venezuela". A renderlo noto il premier, Benjamin Neanyahu. Nei giorni scorsi Israele aveva preferito un atteggiamento cauto per paura di reazioni negative da parte di Maduro nei confronti della comunità ebraica nel Paese.
Dalla Russia giunge invece la smentita riguardo la notizia sull'invio di un contingente militare in Venezuela per proteggere Maduro. "Certamente non è vero", ha detto il portavoce della presidenza, Dmitry Peskov. L'agenzia di stampa Reuters aveva infatti riportato che, secondo alcune fonti, centinaia di contractor privati erano partiti per il Venezuela per schierarsi al fianco del presidente.
E. P.