Dopo che la casa farmaceutica AstraZeneca ha fatto sapere che le consegne iniziali del vaccino destinate all'Ue sarebbero state inferiori agli obiettivi prestabiliti, la Commissione europea ha cominciato a sospettare che queste siano state dirottate verso il Regno Unito. A seguito del battibecco con la casa farmaceutica, la Commissione europea ha deciso di istituire un meccanismo per il controllo delle esportazioni dei vaccini fuori dai confini dell'Unione europea. Le aziende produttrici dovranno così informare l'esecutivo europeo su dove verranno esportate le dosi. Inoltre, esportazioni a paesi terzi potrebbero venir bloccate se non venissero rispettati i contratti da parte dei produttori. "La decisione è stata presa per garantire un certo livello di trasparenza", ha spiegato il Commissario Ue per la salute, Stella Kyrakides. Nonostante abbia rinunciato ad attivare la clausola di salvaguardia, permettendo che il protocollo Irlanda-Irlanda del nord non venga modificato, Bruxelles avverte che, qualora si abusasse dei transiti di vaccini e sostanze attive verso paesi terzi, per aggirare gli effetti del sistema di autorizzazione, l'Ue valuterà l'utilizzo di tutti gli strumenti a sua disposizione. Il meccanismo di controllo sull'export dei vaccini messo a punto dalla Commissione europea è stato duramente criticato anche dall'Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui la pratica si inserisce in una tendenza molto preoccupante che potrebbe mettere a repentaglio la catena di approvvigionamento globale dei vaccini. "In questa fase nessun paese dovrebbe ostacolare la libera circolazione degli ingredienti necessari alla produzione dei vaccini", ha affermato Mariangela Simao, dirigente dell'Oms responsabile per l'accesso ai medicinali.
Maja Novak