Il Giappone è la nazione più vulnerabile agli eventi climatici estremi, quella che ha pagato di più in termini di danni e vite umane: 1.282 morti e quasi 36 miliardi di dollari di perdite, lo 0,64 per cento del prodotto interno lordo.
Lo rivela un rapporto dell’organizzazione Germanwatch che ha stilato il Climate risk index 2020, una classifica che stabilisce il grado di rischio dei paesi nel mondo di fronte agli eventi e ai cambiamenti climatici, e i danni subiti da ogni nazione.
Il Climate risk index considera evento climatici come ondate di caldo, inondazioni, uragani, siccità, non necessariamente legati ai cambiamenti climatici anche se gli studi rivelano un peggioramento degli impatti di questi fenomeni.
Il Giappone in particolare è stato colpito da tre eventi estremi nel corso dei mesi estivi dell’ultimo anno, piogge torrenziali, caldo torrido e un tifone. Al secondo posto ci sono le Filippine, terza una nazione europea, la Germania con 1.256 morti e danni per 5 miliardi di dollari.
Al quarto posto il Madagascar, poi India, Sri Lanka, Kenya, Ruanda, Canada e Isole Fiji. La Slovenia figura al 51 esimo posto, mentre l’Italia al ventunesimo, anche se sale al sesto se si guarda solo al numero delle vittime: 51 decessi e 4,18 miliardi di dollari di perdite.
In generale i paesi meno sviluppati sono più colpiti rispetto ai paesi industrializzati, ma ormai anche i paesi ad alto reddito avvertono gli impatti climatici. Tra il 1999 e il 2018, a causa di eventi meteorologici, sono morte circa 495mila persone con perdite economiche pari a 3.540 miliardi di dollari.
Alessandro Martegani