Non vi sono ragioni per accusare la Russia - secondo il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov - di aver avuto un ruolo nell'avvelenamento di Aleksei Navalny. Mosca respinge con forza qualsiasi implicazione nel caso e aggiunge - La Russia non vuole che la Germania salti a conclusioni affrettate senza dialogare sulla questione. Peskov sostiene inoltre che - nessuno è stato avvantaggiato dall'avvelenamento di Navalny. Ricoverato a fine agosto a Omsk e poi trasferito a Berlino, l'oppositore come ha detto la cancelliera Angela Merkel, è stato avvelenato con un prodotto del tipo Novichok, un agente nervino. Il governo tedesco - ha dichiarato in una nota - condanna con forza questo crimine ed esige con urgenza una spiegazione da parte del governo russo. Il Cremlino si dice pronto al dialogo, ma ribadisce anche di non aver visto le prove inequivocabili delle analisi svolte da un laboratorio militare tedesco. A riguardo il portavoce del Cremlino, Peskov, ha insistito sul fatto che nessuna sostanza tossica era stata rilevata dai medici russi durante il ricovero iniziale di Navalny in un ospedale siberiano alla fine di agosto. Berlino ha reso noto che informerà i partner dell'Unione Europea e della Nato dei risultati dell'indagine. Bruxelles chiede una risposta internazionale comune e si riserva il diritto di intraprendere azioni appropriate, anche mediante misure restrittive. Lo afferma in una nota l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell. L'uso di armi chimiche è del tutto inaccettabile in qualsiasi circostanza, costituisce una grave violazione del diritto internazionale e degli standard internazionali sui diritti umani. Una prima risposta è attesa già in giornata dalla riunione straordinaria convocata dal Consiglio della Nato.
Corrado Cimador