Niente condanne o indagini in corso per reati finanziari, niente conti all’estero, niente regali per un valore superiore ai 40 euro. Sono alcune delle regole e condizioni che d’ora in poi dovranno rispettare i dirigenti e gli amministrativi della macchina burocratica del Vaticano.
Papa Francesco ha infatti aggiunto alcuni articoli al Regolamento generale della Curia romana, con nuove disposizioni sulla trasparenza nella gestione della finanza pubblica.
È un atto che segue il nuovo codice degli appalti del Vaticano, promulgato dal Papa un anno fa, e l’adesione alla Convenzione delle Nazioni Unite di Mérida contro la corruzione, un fenomeno, si legge nella lettera apostolica che annuncia il provvedimento, che può manifestarsi in modalità e forme differenti anche in settori diversi da quello degli appalti.
I soggetti che ricoprono ruoli chiave nel settore pubblico, hanno quindi particolari obblighi di trasparenza per prevenire conflitti di interessi, modalità clientelari e corruzione in genere.
Dirigenti e amministrativi della Santa Sede dovranno dunque dichiarare di non avere condanne o indagini per terrorismo, riciclaggio, evasione fiscale; non potranno avere, nemmeno per interposta persona, fondi o beni nei paradisi fiscali, nei paesi inclusi nella lista delle giurisdizioni ad alto rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, o investire in aziende che operano in attività in contrasto la dottrina della Chiesa. Tutti i dipendenti poi non dovranno accettare regali del valore superiore a 40 euro.
La dichiarazione dovrà essere sottoscritta all'atto di assunzione dell'ufficio o dell'incarico, e poi rinnovata con cadenza biennale.
Alessandro Martegani