Il una lettera al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Turchia ha affermato che la sua offensiva nel nord-est della Siria sarebbe "proporzionata, misurata e responsabile". Il documento precisa che "l'operazione prenderà di mira solo terroristi e i loro nascondigli, rifugi, armi ed equipaggiamenti", Ankara afferma inoltre che vengono "adottate tutte le precauzioni per evitare danni collaterali alla popolazione civile". Nella missiva inviata all'Onu, la Turchia dichiara ancora che "i negoziati con gli Usa su una zona di sicurezza rimangono inconcludenti".
Fortemente critico il governo di Damasco: le affermazioni di Erdogan "mostrano, che non ha alcun contatto con la realtà. Parla di un impegno per la tutela dei siriani, risulta però un omicida irriflessivo", ha detto una fonte del Ministero degli Esteri, precisando che sono l'esercito di Damasco e lo stesso Stato siriano i responsabili della difesa dei cittadini siriani.
Anche "Israele condanna con forza l'invasione militare da parte della Turchia delle regioni curde in Siria e mette in guardia da una pulizia etnica dei curdi da parte dei turchi o dei loro fiancheggiatori". Queste le parole del primo ministro, Benjamin Netanyahu. "Israele compirà ogni sforzo possibile per garantire aiuti umanitari al coraggioso popolo curdo", ha assicurato il premier.
Un nuovo avvertimento alla Turchia arriva pure dal presidente statunitense, Donald Trump: "Se non agirà secondo le regole, la Turchia sarà colpita molto duramente, finanziariamente e con sanzioni", ha scritto il capo della Casa Bianca in un tweet.
Con l'escalation del conflitto, secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, finora 60mila civili sono fuggiti dalle zone di guerra. Lo si legge in una nota dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che chiede alle parti di rispettare il diritto internazionale umanitario. L'Alto Commissario dell'Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, ha ammonito che "i civili e le infrastrutture civili non devono essere un obiettivo".
E. P.