L'ambasciatore americano all'Onu ha spiegato che "numerosi leader e governi, anche nella regione, hanno approvato il piano" di Joe Biden, che propone tre fasi per porre fine al conflitto a Gaza, "liberando tutti gli ostaggi e portando alla ricostruzione del devastato territorio palestinese senza Hamas al potere". Il testo, presentato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, esorta Hamas "ad accettarlo pienamente e ad attuare i suoi termini senza indugio e senza condizioni".
Tuttavia, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto di non essere d'accordo sulla fine della guerra come parte dell'intesa per il rilascio degli ostaggi, definendo "parziale" lo schema di accordo delineato dal capo dello Stato Usa. Netanyahu è favorevole ad una tregua temporanea "per la restituzione degli ostaggi e poi si procederà con la discussione", ha spiegato. Secondo Tel Aviv, comunque, la guerra continuerà fino a quando tutti gli "obiettivi di Israele saranno raggiunti", compresa la distruzione delle capacità militari e governative di Hamas.
Il leader dell'opposizione israeliana, Yair Lapid, ha intanto esortato il primo ministro a chiudere l'intesa, offrendogli di fornire al suo governo "una rete di sicurezza" nel caso i partiti di estrema destra ne uscissero per protesta. "I nostri ostaggi devono ritornare", ha detto, e i ministri e leader dell'estrema destra, che minacciano di uscire dal governo, "non possono impedire loro di tornare a casa".
Secondo il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, infatti la proposta di Biden è "pericolosa" e comunque non vincolante per il governo di Israele. Se l'esecutivo decidesse di "adottare questa proposta di resa, noi non ne faremo parte", ha detto, "e lavoreremo per sostituire la leadership che ha fallito".
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