In piedi nella sala Andreyevsky del Grande Palazzo del Cremlino, con una mano poggiata su una copia della costituzione, Vladimir Putin ha giurato di servire il popolo russo, salvaguardare i loro diritti e le loro libertà, e di difendere la sovranità del paese. Alla cerimonia di insediamento hanno preso parte circa 5.000 persone.
Putin, ormai da lunghi anni alla guida della Russia, ha ottenuto la vittoria al primo turno delle presidenziali dello scorso 18 marzo con il 76,7 per cento dei voti. Il 65-enne, che rappresenta la stabilità della Russia, anche quest'anno, non ha avuto validi rivali: al leader dell'opposizione, Alexei Navalny, è stato infatti proibito partecipare alla corsa alla presidenza. Sabato a Mosca si sono tenute anche manifestazioni di protesta sotto lo slogan "Putin non è il nostro zar", durante le quali Navalny - assieme ad oltre un migliaio di persone - è stato arrestato dalla polizia per poi venire rilasciato la mattina dopo.
A sfidare Putin alle presidenziali quindi 7 candidati: il secondo classificato, Pavel Grudinin, del Partito comunista, ha ottenuto l'11,8 per cento dei voti.
Nonostante un forte sostegno del popolo, appesantito però da un costoso confronto con l'Occidente ed una fragile economia, nel 2024 il leader del Cremlino non si potrà ricandidare alle presidenziali: la costituzione russa prevede infatti un massimo di due mandati consecutivi. Ciò crea grande incertezza sul futuro del Paese. Potrebbe però nuovamente diventare premier, come ha già fatto nel 2008, per poi ritornare al Cremlino all'età di 77 anni.