, la serie cult nata dalla saga letteraria "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George R.R. Martin che dal 2011 ha tenuto incollati ai teleschermi milioni di fan in tutto il mondo. Un vero e proprio evento che il giornalista Fulvio Gatti, profondo conoscitore della cultura fantasy, spiega così:
"Per prima cosa il successo de "Il trono di spade" nasce dalla sua universalità e dal fatto che gli eventi che narra sono contemporaneamente molto fantastici e molto realistici. Martin ci ha raccontato un mondo immaginario dove, però, le lotte per il potere, le guerre interne fratricide nelle famiglie, i conflitti interiori ed esteriori si rifanno alla tradizione della narrativa popolare, che sin dai tempi dell'Odissea ha acceso la nostra fantasia, intrattenendoci ma parlandoci anche del mondo che ci circonda attraverso il gioco dell'immedesimazione.A seconda del livello di analisi, quindi, i lettori e gli spettatori de "Il trono di spade" possono trovare degli elementi di critica del contemporaneo, oppure provare semplicemente godimento.
Sicuramente come serie, a livello di scrittura e complessità, è senza precedenti e rappresenta uno dei picchi della stagione della serialità televisiva con una qualità simile al cinema per interpreti, scrittura, scenari e complessità. Sono tanti, quindi, gli elementi che hanno reso "Il trono di spade" un successo, tenendo conto anche che la serialità televisiva ormai arriva in modo più semplice ed immediato al pubblico rispetto al cinema per via delle piattaforme streaming e della loro offerta".
Quanto conta il fatto che Martin con la sua saga ha declinato il fantasy in modo nuovo, portando la politica nel mondo di Tolkien?
"Moltissimo. Martin d'altronde per il suo racconto ha preso spunto dalla guerra delle due rose tra gli York e i Lancaster, che suonano molto come Stark e Lannister e la serie di suoi libri può essere letta in qualche modo come romanzi storici di altissima qualità narrativa, con elementi fantastici ma più sfumati che hanno avvicinato anche lettori e spettatori più scettici nel confronto di questo genere, Così magari chi snobba Harry Potter stima "Il trono di spade". Se guardi i primi dieci episodi con un po' di attenzione è difficile non rimanerne catturati, perché, ribadisco, c'è un livello di scrittura, si complessità di azioni e di cura del mondo che ha pochissimi eguali e per questo "Il trono di spade" è una serie molto riuscita".
Barbara Costamagna