In risposta all'aumento dei dazi dell'Unione Europea sulle auto elettriche cinesi, Pechino ha minacciato di adire all'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), accusando l'UE di protezionismo e di violazione delle regole del WTO. Tuttavia, il WTO attualmente non può emettere sentenze a causa di un blocco degli Stati Uniti sulla nomina di nuovi giudici. La Cina contesta la legittimità dei dazi UE, sostenendo che mancano di fondamento legale e fattuale. Le misure dell'UE sono percepite come dannose per l'industria cinese delle auto elettriche e per le catene di approvvigionamento globali, inclusa quella europea. In mancanza di un accordo entro luglio, la Cina ha minacciato di imporre contromisure proporzionate. Il Ministero degli Esteri cinese ha ribadito l'intenzione di difendere i diritti dell'industria delle auto elettriche cinese secondo le regole del WTO e i principi di mercato. La Commissione Europea ha proposto dazi aggiuntivi su vari produttori cinesi basati sui sussidi ricevuti, mirando a garantire una concorrenza leale, nonostante le critiche e le preoccupazioni espresse da alcuni stati membri dell'UE, come la Germania. Pechino ha reagito avviando un'indagine per dumping sul brandy europeo e si è detto pronto a investigare su prodotti lattiero-caseari e di carne di maiale provenienti dall'UE, mettendo in allarme le aziende globali del settore alimentare.
Corrado Cimador