L'intera area urbana e suburbana di Damasco è sotto il controllo governativo, a circa sette anni dall'inizio dell'insurrezione contro il regime di Bashar al Assad. Lo rendono noto i media siriani, stando ai quali anche le ultime sacche di resistenza dell'autoproclamato Stato islamico, nella parte meridionale della città, sono state annientate. Determinante l'intervento dell'aviazione che ha bombardato pesantemente alcune postazioni dei ribelli, nei pressi del campo profughi palestinese di Yarmouk. Dove si è combattuta la battaglia più dura, perché' i jihadisti dell'Isis hanno resistito fino allo stremo. Alla fine, hanno optato per la resa in cambio della fuga. Per l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, negli ultimi due giorni oltre un migliaio di miliziani jihadisti e loro familiari ha lasciato la capitale, diretto verso la parte centrale del paese, in una zona desertica nei pressi di Palmira, dove l'Isis si sta riorganizzando lontano dai centri urbani della Siria occidentale. Si e' trattato di un accordo preso con la Russia, alleata del regime di Assad. Per il presidente siriano si tratta di una vittoria importantissima. Il suo esercito ha pure completato la riconquista dell'enclave ribelle fra le province di Homs e Hama, dove resistevano 15 mila combattenti jihadisti e simpatizzanti. Ora le sue truppe controllano il 65 per cento del Paese e l'80 per cento degli abitanti rimasti, stime approssimative parlano di 18, altre di 20 milioni di abitanti. Nel 2011 la popolazione era stimata in 23,5 milioni, ma almeno 400 mila sono stati uccisi nei combattimenti e nei raid mentre altri 5 milioni hanno abbandonato la Siria.