Le nuove truppe saranno dispiegate in Iraq, Kuwait e altre parti della regione in risposta alle minacce giunte dopo la morte del generale. Proseguono intanto le operazioni statunitensi in Iraq: un comandante del gruppo paramilitare iracheno filoiraniano è stato ucciso nella notte tra sabato e domenica in un blitz statunitense a nord di Baghdad. In migliaia si sono riversati intanto nelle strade di Baghdad per dare l'ultimo saluto al generale Soleimani, scandendo slogan antiamericani. I funerali si sono tenuti nella capitale e nelle due città sante sciite di Najaf e Kerbala. Le esequie in suo onore si terranno anche a Teheran alla presenza della Guida suprema Khamenei. A testimonianza dell'inasprirsi della situazione in Medio Oriente, l'allarme lanciato dall'ambasciata statunitense, ripreso anche dallo stesso presidente Donald Trump, in cui viene chiesto agli americani di lasciare al più presto la regione. Pure gli operatori internazionali degli impianti petroliferi di Bassora, snodo centrale per la circolazione del petrolio iracheno, hanno abbandonato le loro postazioni, mentre il prezzo del petrolio ha subito un’impennata in borsa, segno di una tensione crescente che abbraccia il mondo intero. Nel frattempo, l'Iran ha inviato una lettera all'Onu denunciando l'uccisione di Soleimani come atto di terrorismo di Stato che, in quanto a atto criminale, costituisce una grave violazione dei principi di diritto internazionale. Durante una conversazione telefonica con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha ricordato la grande popolarità di Soleimani tra i popoli della regione dovuta al suo impegno contro il terrorismo, "il suo martirio avrà conseguenze che non possono essere controllate da nessuno e la cui responsabilità ricadrà sugli Stati Uniti", ha sottolineato.

Maja Novak

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO