Le accuse contro Stephen Bannon, uno dei principali esponenti della "destra alternativa", sono state presentate dalla Procura del distretto meridionale di New York. Bannon ha ricevuto dall'organizzazione We build the wall più di un milione di dollari, parte dei quali usati per sostenere le sue spese personali. Sia l'ex stratega di Trump che le altre tre persone, fermate assieme a lui, secondo le autorità della Grande Mela, "hanno frodato centinaia di migliaia di finanziatori capitalizzando sul loro interesse a finanziare la costruzione del muro al confine con il Messico e sotto la falsa pretesa che i fondi sarebbero stati spesi per la costruzione. Non solo hanno mentito ai finanziatori, ma li hanno truffati nascondendo" l'uso reale dei fondi, molti dei quali andati a finanziare il loro stile di vita, hanno aggiunto le autorità. I quattro avrebbero infatti trasferito il denaro raccolto verso l'organizzazione no profit e poi verso una società fantasma, grazie a fatture false.
Secondo quanto pubblicato sul sito del Dipartimento di Giustizia Usa, "i reati di frode e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro", comportano ciascuno "una pena massima di 20 anni di carcere".
La direttrice delle comunicazioni strategiche della Casa Bianca non ha voluto commentare l'accaduto.
Il 66enne Bannon, nell'agosto del 2016 aveva preso in mano la gestione della campagna elettorale di Donald Trump, dopo che Paul Manafort era stato congedato per aver intrattenuto legami con la Russia. Dopo aver prestato giuramento come capo dello Stato, Trump lo ha assunto come stratega politico della Casa Bianca, ruolo che ha ricoperto fino a gennaio 2018, quando è stato licenziato dallo stesso presidente per essere stato una delle fonti del libro critico di Michael Wolf su Trump, Fire e Fury.
E. P.