Un folto gruppo di manifestanti iraniani, in maggioranza studenti, si è raccolto davanti alla Amirkabir University, nel centro di Teheran, per esprimere solidarietà alle famiglie delle 176 vittime dell'aereo abbattuto per errore da un missile lanciato dai Guardiani della Rivoluzione. La polizia iraniana ha iniziato ad usare lacrimogeni contro i dimostranti, che hanno chiesto a gran voce le dimissioni dell'ayatollah Ali Khamenei. Convocati su invito delle Amirkabir University e Sharif University, i manifestanti avrebbero dovuto solo accendere candele per una fiaccolata in memoria delle vittime. Hanno invece iniziato a scandire slogan come "Le dimissioni non bastano, ci vuole un processo", "Pasdaran, vergognatevi e lasciate il Paese" e "Khamenei dimettiti". Manifestazioni simili si sono svolte anche pure a Mashhad. Immagini di giovani in corteo sono state diffuse su Twitter da alcuni testimoni e reporter. La rabbia è esplosa anche per il ritardo con cui le autorità hanno ammesso la loro colpa - 3 giorni dopo il disastro.
Ha parlato nuovamente il generale iraniano della forza aerea delle Guardie della rivoluzione, Hajizadeh. "È successo che un soldato ha agito in maniera indipendente, sparando senza averne avuto ordine" ha detto, aggiungendo che quando gli è stato riferito l'accaduto avrebbe voluto morire. All'origine del malinteso, ha detto l'alto ufficiale iraniano "un intoppo nelle comunicazioni". C'è stato un colloquio telefonico tra il presidente ucraino Zelensky e quello iraniano Rohani. Zelensky ha detto di apprezzare l'ammissione di Teheran, ma chiede chiarezza sulle dinamiche dell'incidente, le scuse ufficiali, il trasporto delle vittime in patria in tempi brevi e un risarcimento per le loro famiglie. Rohani ha parlato di "errore imperdonabile" per il quale "i responsabili pagheranno".
(ac)